Vita, morte e miracoli di Irene Graziosi

Vorrei essere come Cindy Crawford

Cindy Crawford

Irene Graziosi riesce a stare a gambe incrociate, a piedi nudi, per un tempo infinito. Insieme alla voce suadente, è la qualità in lei che ammiro di più.

Ogni mattina, mi sveglio e penso: “vorrei che le cose fossero andate diversamente”. Diversamente come? Diversamente, Irene Graziosi. So come muove le mani, i suoi intercalari nel parlato e le cose che la fanno sorridere

Sopra il mio letto c’è un sentiero di pulviscolo luminoso, che porta all’immagine di Irene Graziosi. Mentre parla, le particelle di polvere sospese in aria, si accorpano fino a diventare grosse e pesanti,  mi cadono addosso, mi scavano buchi nel corpo, e mi rendono irriconoscibile.

Una sera del 2021, con le cosce sul bidet, ti ascolto pisciare e ti spio mentre reclini la testa guadente: i maschi che pisciano. Scambierei volentieri la mia vita di carne e sangue, che pure io amo, per un’esistenza di ceramica porcellanata, bianchissima e abbacinante. Le bambole, i vasi, la tazza del cesso.

Dondolo sbadatamente i piedi con movimenti studiati, e ti chiedo:

 <Se fossi come Irene Graziosi, ti innamoreresti di me?>

<Tu sei più bella di Irene Graziosi>

La parola “bella” pronunciata da te è sinonimo di “eppure”.

“Ho passato 25 anni della mia vita a rincorrere la bellezza, e ora non faccio altro che sfidarla” penso guardando le pesanti scarpe da orchessa, che scivolano lentamente dai miei piedi, per cadere a terra in un tonfo.

Anni fa, ho pensato anche se mai un giorno la vita mi avesse fatto il dono della bellezza, sarei  stata anche la donna più buona del mondo, e una donna buona è una donna che fa sesso con tutti quelli che ne hanno bisogno.

La prima volta che sono stata bella, ero a letto con un ragazzino che mi toccava le costole, e avrei voluto trasformarmi in ortica. L’ho guardato sorridere, aveva i denti bianchi come delle Vigorsol e delle leggere occhiaie azzurrine, che mi facevano pensare alle pubblicità progresso, con le tartarughe strangolate dalle microplastiche.  “Sono troppo bella per stare con te, ho pensato”.  “forse non ti amo più” gli ho detto, e lui non smetteva di sorridermi.

Oggi Ascolto l’eco delle Birkenstock cadere sul pavimento del bagno, con il tuo cazzo che sgocciola vicino alla mia guancia sinistra e io che sorrido davanti al tuo sguardo  perplesso. Qualunque  cosa stai pensando, hai assolutamente ragione.

Quando passi gran parte della tua vita adulta, sdraiata a letto con uomini nudi che parlano, statisticamente accade che dicano di essersi innamorati. Di un’altra donna. La prima volta avevo 19 anni, e lei si chiamava Clarissa Bartolomei. “L’unica donna che abbia mai amato è Clarissa Bartolomei”, mi dicesti seduto sulla sponda del letto. “Raccontami tutto di lei”, ti risposi,” vita, morte e miracoli”.

Di lei a oggi so ben poche cose: è molto bella, radical chic con i sandali e le collane  dai grandi ciondoli che sbattono sul petto minuto, ha avuto dei problemi con la droga, è la Regina di Monti e

                                     MEZZA ROMA SE L’è SCOPATA

                                    MEZZA ROMA SE LA VUOLE SCOPARE

Ora ho gli anni che aveva Clarissa Bartolomei cristallizzata nei racconti altrui, e ho capito che per essere la regina di qualcosa basta essere immobili nello stesso posto per tanto tempo, sopportare le intemperie ed essere bella, come le statue al centro delle piazze. Stessa cosa per il sesso. Poi Roma, va detto, è davvero minuscola.

Ho conosciuto Irene Graziosi quando ero Clarissa Bartolomei, a maggio del 2022, quando la gente starnutiva per l’allergia e non per il raffreddore. É bassa, ha dei bei piedi e lo sguardo di chi ha fatto il Liceo Classico in città. Arriccia le labbra attorno a una sigaretta elettronica dall’odore nauseante, ed ha sempre le gambe incrociate e la voce suadente, che usa per dire cose molto ragionevoli. Quando l’ho vista, le ho detto che da grande sarei voluta essere come lei. “Vedremo”, mi ha risposto.

Clarissa Bartolomei ha chiamato pochi giorni fa quell’uomo che l’aveva amata, proprio quando lui non l’amava più. Gli ha detto che tutti si erano sbagliati sul suo conto: era stata sempre e solo una bella donna mediocre. Lui tacendo, le diede ragione.

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